Diario personale - 7 marzo 1995

Ho sofferto molto quando, da uomo di sinistra che si ritiene seguace della tradizione socialista e marxista, ho pensato a tutti coloro che in ogni epoca del mondo hanno cercato di cambiare le cose, hanno dato la vita per un mondo migliore o forse solo per un ideale. Mi sono venuti in mente i miei due nonni, l'uno partigiano e antifascista, l'altro, sebbene arruolato tra le file dell'esercito regio, pervaso da un sentimento di odio per la guerra ch'egli visse in prima persona.
Per loro, Capi di Stato, semplici uomini, pensatori, giovani e meno giovani, noi dobbiamo andare avanti, perché essi sono in noi, nelle nostre idee. Noi lo dobbiamo a questa gente. E se anche rimarrò solo nessuno spegnerà il ricordo di quanti hanno lottato e sofferto per cambiare. E' una specie di missione che ci portiamo sulle spalle e per la quale lotteremo sempre.